In Toscana la realtà del commercio nei centri urbani è ancora ferma alla nozione di Centri Commerciali Naturali, così come formulata nella legge regionale n. 28/2005 “luoghi commerciali complessi e non omogenei, sviluppatisi nel tempo anche senza programmazione unitaria, concepiti come spazi unici ove opera un insieme organizzato di esercizi commerciali, esercizi di somministrazione, strutture ricettive, attività artigianali di servizio, aree mercatali ed eventualmente integrati da aree di sosta e di accoglienza e da sistemi di accessibilità comuni”.
Il Piano di Indirizzo Territoriale 2005-2010 della Regione Toscana definisce invece i CCN quale strumento per evitare la sostituzione e la delocalizzazione delle attività commerciali e artigianali di vicinato, attribuendone l'individuazione agli strumenti di pianificazione territoriale. Il PIT prevede anche che negli ambiti urbani qualificati come c.c.n. non possono essere introdotte destinazioni d'uso incompatibili mentre devono essere previste:
- l'incentivazione della percorribilità pedonale
- la limitazione della circolazione veicolare
- una adeguata dotazione di parcheggi esterni con dotazione di mezzi pubblici per gli accessi.
A marzo 2012 i C.C.N. sono stati oggetto di un'indagine finalizzata a comprendere se l'esperienza è riuscita a produrre un'inversione di tendenza nei confronti della chiusura di esercizi storici e ad evitare una fuga verso i centri commerciali periferici.
Dall'indagine condotta è emerso, quale punto di debolezza, la natura monofunzionale dei centri commerciali naturali assenti anche di un vero supporto di consulenza ed assistenza tecnica nonché la mancanza di un registro regionale da cui desumere il numero certo di questi centri per poter approfondire come e quanto lavorano.
Dai contributi raccolti durante l'indagine è inoltre emerso che la riqualificazione ed il massimo sfruttamento della vocazione commerciale delle aree su cui insistono i CCN, con conseguenti ricadute positive sull'intero territorio, rappresentano una strategia realizzabile attraverso la promozione e la comunicazione e, soprattutto, attravero progetti di marketing territoriale fortemente improntati a criteri di gestione manageriale e di mediazione relazionale e un forte ruolo programmatico e decisionale afferente agli enti locali, in primis il comune.
Nel Piano Regionale Sviluppo Economico 2012 2015 la Toscana ha affermato che risulta strategica l'evoluzione del modello di gestione integrata dei centri urbani rappresentata dai Centri Commerciali Naturali verso un nuovo modello di gestione delle funzioni urbane in cui vengano attivate adeguate formule gestionali territoriali, sorrette dalla conoscenza dei fenomeni collegati e delle loro dinamiche e individuate sinergie trasversali tra turismo, artigianato, commercio, ambiente, cultura e filiere produttive corte.