La necessità di sperimentare strumenti di intervento che sappiano coniugare da una parte, la tutela del territorio e dell'ambiente e, dall'altra, lo sviluppo economico e sociale è stata evidenziata nell'Agenda Urbana predisposta dall'ex ministro Barca: il documento di marzo 2012 parla di un nuovo modello di piano che si fondi su una organizzazione partnerariale e sulla partecipazione multilivello, un piano che favorisca l'integrazione di politiche di programmazione dello sviluppo locale con le politiche di organizzazione del territorio e quindi ad esempio urbanistiche, edilizie, infrastrutturali e di difesa del suolo, nella consapevolezza che lo spazio urbano è estremamente importante per la qualità della vita delle persone.
In Lombardia sono stati sviluppati i Distretti Urbani del Commercio come evoluzione dei Centri Commerciali Naturali: Comune e associazioni del commercio hanno impostato un gruppo di lavoro per riequilibrare da una parte l'esigenza pubblica di tutela della qualità dello spazio urbano e dell'offerta no profit, dall'altra l'esigenza privata che preserva e cerca di accrescere la capacità di attrazione dei flussi di domanda.
Per individuare le aree su cui intervenire sono stati costruiti due indicatori: uno in grado di esprimere sinteticamente la vocazione commerciale del distretto (numero di pubblici esercizi/numero esercizi di vicinato) e l'altro in grado misurare la performance, ovvero l'attidtudine a produrre risultati positivi nel presente e nel futuro (integrazione offerta commerciale, potenzialità di coesione, potenzialità di aggregazione, accessibilità, investimenti in corso, dinamica del mercato immobiliare).
Per i c.c.n. che avevano valori positivi su questi due indicatori è stata promossa la costituzione dei distretti del commercio, ovvero di aree con caratteristiche omogenee per le quali soggetti pubblici e privati propongono interventi di gestione integrata nell'interesse comune dello sviluppo sociale, culturale ed economico e della valorizzazione ambientale del contesto urbano e territoriale di riferimento. Attraverso i distretti del commercio gli enti locali e le associazioni, con il supporto di un partenariato pubblico privato:
- promuovo la valorizzazione integrata di uno spazio urbano con presenza di attività commerciali al dettaglio;
- promuovono la competitività e l'innovazione del sistema delle imprese del commercio e riconoscono alla funzione commerciale un ruolo strategico di supporto alla coesione sociale e territoriale;
- valorizzano e promuovo la cooperazione tra gli operatori;
- valorizzano lo sviluppo di un'occupazione qualificata.
Sono considerati fattori strategici per l'attrattività e la vivibilità di un distretto del commercio:
- la presenza di addensamenti di esercizi commerciali anche integrati con altri settori economici, quali i servizi e l'artigianato;
- la connessione con punti di rilevanza del territorio di rilievo su scala comunale o sovracomunale;
- la buona accessibilità e lo sviluppo della mobilità sostenibile;
- la qualità urbana;
- l'offerta di servizi.
Nel 2008 la Camera di commercio di Varese ha condotto uno studio sul problema della “desertificazione” dei centri storici al fine di definire, attraverso l'analisi dello stato di salute del commercio urbano, le possibile iniziative di town centre management avviabili sui Distretti Commerciali Naturali.
Fatta propria la consapevolezza di una forte circolarità di relazioni di causa – effetto sull'attrattività dei centri urbani, che parte dalla dimensione di accessibilità per toccare la qualità urbana, generare sicurezza, curare il marketing mix , perseguire la soddisfazione del cliente, sono stati evidenziati i principali passi che dovevano essere realizzati nei vari distretticommerciali, dopo averne analizzato le caratteristiche sotto i vari profili di attrattività, affidandone la governance ad un comitato di coordinamento che individua le linee strategiche e attribuendone l'attuazione al town manager.
La riqualificazione dei centri commerciali naturali a Bologna passa anche attraverso un sistema informativo multimediale nel quale è archiviato il patrimonio commerciale e artigianale del centro storico di Bologna, georeferenziando negozi e botteghe e attribuendo loro notizie storico-artistiche, contenuti sulle merci vendute, evidenziando quelle rare. Questo tipo di studio ha permesso di individuare i punti critici, gli abbandoni, la perdita dell'immagine storica della città con le sue caratteristiche e peculiarità.