Riprendiamo gli approfondimenti fatti nella newsletter del 13 aprile 2011 sul federalismo fiscale per entrare maggiormente nel dettaglio del federalismo demaniale, disciplinato dal D.lgs. 28/5/2010 n. 85.
Il decreto prevede l’individuazione dei beni statali che possono essere attribuiti a comuni, province, città metropolitane e regioni, operata attraverso decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.
Lo Stato individua i beni da attribuire secondo criteri di territorialità, sussidiarietà, adeguatezza, semplificazione, capacità finanziaria (idoneità finanziaria a soddisfare le esigenze di tutela e gestione dei beni), correlazione con competenze e funzioni (connessione tra funzioni svolte, gestione e valorizzazione), nonché valorizzazione ambientale.
Il provvedimento ha avuto il parere favorevole della Conferenza Stato Città ed autonomie locali ed è stato oggetto da parte dell’Agenzia del Demanio di varie disposizioni, la prima delle quali precisava l’elenco dei beni da escludere dal trasferimento.
Gli enti locali in stato di dissesto finanziario non possono alienare i beni ad essi attribuiti ma possono utilizzarli per fini di carattere istituzionale, in generale gli enti territoriali sono tenuti a favorire la massima valorizzazione funzionale del bene loro attribuito, a vantaggio diretto o indiretto della collettività. La valorizzazione del bene è realizzata avendo riguardo alle caratteristiche fisiche, morfologiche, ambientali, paesaggistiche, culturali e sociali dei beni trasferiti.
I beni trasferiti entrano, generalmente, a far parte del patrimonio disponibile dei Comuni, delle Province, delle Città metropolitane e delle Regioni, ad eccezione di quelli appartenenti al demanio marittimo, idrico ed aeroportuale, e possono essere alienati solo previa valorizzazione attraverso le procedure per l’adozione delle varianti allo strumento urbanistico, e a seguito di attestazione di congruità rilasciata da parte dell’Agenzia del demanio o del territorio, secondo le rispettive competenze.
Sono trasferiti alle Regioni i beni del demanio marittimo e quelli del demanio idrico, alle province invece, spettano i beni del demanio idrico limitatamente agli specchi d’acqua contenuti interamente nel territorio provinciale, le miniere escluse quelle di gas e petrolio.
Complessivamente, le tipologie di beni trasferibili sono:
· Beni appartenenti al demanio marittimo e relative pertinenze
· Beni del demanio idrico e relative pertinenze, nonché le opere idrauliche di competenza statale escluso opere su fiumi, laghi di ambito sovraregionale
· Aeroporti di interesse regionale o locale appartenenti al demanio aeronautico civile statale e relative pertinenze, diversi da quelli di interesse nazionale
· Miniere e relative pertinenze ubicate sulla terraferma
· Altri beni immobili dello Stato.
I beni, appartenenti ad uno o più livelli di governo territoriale, sono individuati mediante l’inserimento degli stessi in appositi elenchi visibili dal sito del Governo. Le Regioni e gli enti locali provvederanno ad inoltrare apposita domanda di attribuzione all’Agenzia del demanio. Ove ne ricorrano i presupposti il Presidente del Consiglio dei Ministri, con il successivo decreto di attribuzione può disporre il mantenimento dei beni nel demanio pubblico o l’inclusione degli stessi nel patrimonio indisponibile: in questo caso sui beni trasferiti non possono essere costituiti diritti di superficie.
In attuazione di quanto previsto in materia di beni culturali dal d. lgs. 85/2010, con circolare n. 18 del 18 maggio 2011 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha reso disponibili le linee guida per l’elaborazione dei programmi di valorizzazione necessari per dar luogo al federalismo demaniale dei beni culturali mobili ed immobili.
La circolare descrive l’iter procedurale le cui singole fasi sono scandite da una precisa cadenza temporale, e la prima delle quali è la richiesta di attivazione del procedimento da parte degli enti territoriali interessati. Una volta trasferiti, i beni conserveranno comunque la natura di demanio pubblico. La complessa procedura richiede tempi piuttosto lunghi perché coinvolge molti attori che devono condividere il programma di valorizzazione.