La direttiva n.2006/123/CE del Parlamento europeo nota come Direttiva Bolkestein è nata al fine di eliminare le barriere allo sviluppo del settore dei servizi tra gli Stati membri, garantendone una crescita sostenibile che rafforzi ancora di più l’integrazione tra i cittadini della Comunità e migliori il tenore e la qualità della vita dei cittadini e lavoratori anche attraverso la semplificazione delle procedure amministrative.
I servizi rappresentano infatti il 70% dell'occupazione in Europa, e la loro liberalizzazione, a detta di numerosi economisti, aumenterebbe l'occupazione ed il PIL dell'Unione Europea.
La direttiva, finalizzata a promuovere la libera circolazione dei servizi, è stata recepita dall’Italia con il decreto legislativo n.59/2010. Recentemente il Governo italiano ha promulgato un decreto legge (13/5/2011 n.70) noto come “decreto sviluppo – semestre europeo”, che all’interno dei propri numerosi contenuti, cerca di far fronte alle preoccupazioni dei balneari prevedendo il diritto di superficie sugli arenili e la possibilità di costituire i distretti turistico alberghieri.
Il diritto di superficie introdotto, inizialmente aveva una durata di 90 anni, successivamente, anche alla luce della citata direttiva europea, è stato ridotto a 20 anni e disciplinato come segue:
a) il diritto di superficie si costituisce sulle aree inedificate formate da arenili, sulle aree già occupate da edificazioni realizzate sulla spiaggia o sulle scogliere salvo che le relative aree non risultino già di proprietà privata. La delimitazione delle aree non di proprietà privata è effettuata su iniziativa degli enti locali territoriali d’intesa con l’Agenzia del demanio.
b) Il provvedimento costitutivo del diritto di superficie è rilasciato nel rispetto dei principi comunitari di economicità, efficacia e imparzialità, nonché trasparenza e proporzionalità. Si mantiene previo pagamento di un corrispettivo determinato dalla Agenzia del demanio sulla base dei valori di mercato.
A breve il Governo discuterà nuovamente i contenuti del citato decreto sviluppo ipotizzando un allungamento del diritto di superficie da 20 a 50 anni, a metà giugno potranno esserci delle novità a riguardo.
Il decreto puntualizza poi le modalità per la costituzione e il mantenimento del diritto di superficie. Le edificazioni realizzate infatti in violazione delle disposizioni di legge, saranno abbattute, fermo restando le responsabilità civili e penali del committente.
Le entrate derivanti dal rilascio delle concessioni verranno riassegnate dallo Stato ad un fondo comune per essere poi annualmente ripartite a favore della Regione e dei Comuni interessati, dei distretti turistico alberghieri nonché dell’erario.
Al fine di riqualificare e rilanciare l’offerta turistica a livello nazionale ed internazionale, di accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori correlati all’economia derivante dal turismo, possono essere istituiti i Distretti turistico alberghieri: la richiesta dovrà essere avanzata dalle imprese che operano sullo stesso territorio e sarà soggetta ad un’approvazione da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri previa intesa con le Regioni interessate. I distretti nascono anche al fine di assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che vi operano con particolare riferimento alle opportunità di investimento, di accesso al credito, di semplificazione e celerità nei rapporti con le pubbliche amministrazioni.
Nei territori del demanio marittimo, nei quali si intendono inclusi esclusivamente le spiagge e gli arenili ove esistenti, la delimitazione dei Distretti è effettuata dall’Agenzia del Demanio, previa conferenza di servizi cui partecipano anche i Comuni interessati.
Alle imprese dei Distretti costituite in rete si applicano le agevolazioni previste per i distretti produttivi dalla l. 266/2005 in materia amministrativa, finanziaria, e per la ricerca e lo sviluppo. Le agevolazioni previste dalla stessa legge in materia fiscale si applicano a tutte le imprese del Distretto turistico alberghiero anche se non costituite in rete.
I Distretti costituiscono “zone a burocrazia zero”, in cui vengono attivati degli sportelli unici che coordinano le attività delle agenzie fiscali e dell’INPS e assicurano, per le attività di ispezione, controlli unitari e una pianificazione tale da influire il meno possibile sulle attività proprie delle imprese.