In un momento così delicato per il contesto economico e sociale del Paese, con un tasso di disoccupazione giovanile che ha raggiunto livelli allarmanti (circa il 32%) ed in continua ascesa, il Governo ha presentato un disegno di legge per riformare il mercato del lavoro. Le finalità dell'intervento si fondano sulla volontà di ribadire e valorizzare il contratto di lavoro a tempo indeterminato come contratto dominante, di ridistribuire più equamente le tutele dell'impiego, di ridefinire gli ammortizzatori sociali e di contrastare usi elusivi di obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali esistenti.
La riforma tratta l'argomento in modo organico mettendo a sistema temi apparentemente eterogenei tra loro; dal punto di vista strutturale lo schema si articola in otto capi: di seguito i principali temi trattati.
In primo piano la disciplina delle diverse tipologie contrattuali (dall'art. 3 all'art.12) con l'obiettivo di incentivare i contratti a tempo indeterminato e, nel contempo, contrastare l'uso reiterato di contratti a tempo determinato prevedendo forme di tutela dei lavoratori. Successivamente il disegno di legge si concentra sulla disciplina della flessibilità in uscita della tutela del lavoratore (dall'art. 13 all'art. 21): questa sezione affronta il delicato tema di riforma dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (L.300/1970), nonché disposizioni in materia di licenziamenti collettivi e l'introduzione di un rito specificamente dedicato alle controversie giudiziali, aventi ad oggetto l'impugnativa dei licenziamenti a seguito della riforma del citato art. 18.
Il Disegno di legge prosegue con la revisione del sistema degli ammortizzatori sociali (Capo IV, dall'art. 22 all'art. 54) in cui si descrivono le forme di tutela dei lavoratori. Merita attenzione l'istituzione dell'Assicurazione sociale per l'impiego, che verrà gestita dall'Inps a partire dal 1 gennaio 2013: sono definiti i requisiti, l'importo dell'indennità, la sua durata e i casi particolari di applicazione.
Infine da ricordare anche le misure adottate in materia di apprendimento permanente (dall'art. 66 all'art. 69) con la volontà di adeguarsi alle indicazioni dell'Unione Europea, per definire il diritto di ogni persona all'apprendimento in ogni fase della vita.
Al termine il documento individua la copertura finanziaria per la realizzazione della riforma: in parte saranno utilizzate le maggiori entrate ed i risparmi di spesa derivanti dalle misure fiscali, in parte le risorse derivanti dalla riduzione delle spese di funzionamento degli Enti.
In data 11 aprile 2012 è iniziato l'iter parlamentare del disegno di legge con l'esame da parte della Commissione lavoro del Senato.
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